Regione Piemonte (Apre il link in una nuova scheda) Provincia di Novara (Apre il link in una nuova scheda)

A chi è rivolto

cittadini

Descrizione

Ai sensi dell’art. 124 del D. Lgs. n. 152/06 e s.m.i. tutti gli scarichi devono essere preventivamente
autorizzati e il regime autorizzatorio per le acque reflue domestiche viene demandato alla Regione.
Inoltre, l’art. 101 comma 7 e 7bis, individua le attività imprenditoriali i cui scarichi di acque reflue
sono assimilabili alle acque reflue domestiche:
a) Imprese dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno e/o alla selvicoltura;
b) Imprese dedite ad allevamento di bestiame;
c) Imprese dei precedenti punti con attività di trasformazione valorizzazione della produzione
agricola;
d) Acqua coltura e pescicoltura con allevamenti pari o inferiore a 1 kg/mq di specchio d’acqua
o una portata pari o inferiore a 50 L/min;
e) Scarichi aventi caratteristiche qualitative equivalenti a quelle domestiche e indicate nella
normativa regionale.
La normativa regionale di riferimento permane la Legge Regionale n. 13/1990 che, oltre ad
indicare le categorie riprese dal D. Lgs. 152/2006, all’art. 14 indica espressamente come scarichi
civili quelli originati dagli edifici domestici e dallo svolgimento di attività alberghiera, turistica,
sportiva, ricreativa, culturale, scolastica, commerciale, sanitaria.
Altresì sono scarichi civili quelli provenienti da insediamenti con carattere di stabilità e permanenza
di attività di produzione di beni e prestazioni di servizi i cui scarichi terminali provengano
esclusivamente da servizi igienici, cucine e mense o che diano origine esclusivamente a scarichi
terminali assimilabili a quelli provenienti dagli insediamenti abitativi. Tale assimilabilità è
comprovata dal rientro nei limiti di accettabilità di cui all’Allegato 3 della L.R. 13/90 valutata prima
di ogni trattamento.
In relazione a quest’ultima disposizione la Circolare del Presidente della Giunta Regionale n.
2/ECO del 22.01.1991 specifica che l’inclusione di tali scarichi tra i civili non è solo comprovata
dall’analisi richiesta, ma dall’assimilabilità per caratteristiche intrinseche a quelli provenienti da
insediamenti civili.
Le competenze per il rilascio delle autorizzazioni sono definite dalla L. R. n. 48/1993 che individua
la competenza comunale per gli scarichi provenienti dagli insediamenti adibiti ad abitazione e dagli
insediamenti adibiti allo svolgimento di attività alberghiera, turistica, sportiva, ricreativa, culturale,
scolastica e commerciale. L’attività sanitaria individuata come assimilabile e di competenza
comunale è limitata alle strutture sanitarie semplici, quali studi medici, dentistici e veterinari,
pubblici o privati, come specificato nella D.G.R. 13-9588 del 19.06.2003.
Per tutte le altre attività il cui scarico è industriale o assimilabile al domestico per attività diverse da
quella alberghiera, turistica, sportiva, ricreativa, culturale, scolastica e commerciale le funzioni
amministrative di rilascio dell’autorizzazione sono attribuite alla Provincia/Città Metropolitana.
Si precisa che le acque di raffreddamento derivanti da fasi lavorative di cicli produttivi non possono
essere considerate assimilate alle domestiche.
Le istanze di autorizzazione vengono gestite dal Comune, attraverso gli uffici competenti per i
privati ed attraverso il SUAP per le attività produttive. Le autorizzazioni per quest’ultime, a meno
che siano soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale, sono rilasciate ai sensi del D.P.R.
59/2013 come Autorizzazione Unica Ambientale e gestite dal SUAP stesso in base alle
competenze individuate.

Come fare

Per lo scarico in acque superficiali sul suolo e strati superficiali del sottosuolo provenienti da insediamenti civili che non recapitano in pubblica fognatura, è necessaria apposita autorizzazione.
il Comune, previa apposita richiesta, rilascia le autorizzazioni agli scarichi civili non allacciabili alla pubblica fognatura di competenza comunale ai sensi della L.R. 48/93 (art. 2). Si tratta degli scarichi domestici e assimilati recapitanti in acque superficiali, suolo e strati superficiali del sottosuolo provenienti da:

edifici adibiti ad abitazione;
edifici adibiti allo svolgimento di attività alberghiera, turistica, ricreativa, sportiva, culturale, scolastica, sanitaria, commerciale.

Cosa serve

La documentazione tecnica deve contenere tutte le informazioni utili alla caratterizzazione dello
scarico. Sono ritenuti indispensabili i seguenti dati:
• Tipologia dell’immobile (civile abitazione, altro);
• Periodo di utilizzo dell’abitazione (continuo – seconda casa);
• Consistenza come numero di vani, m2 di superficie e cubatura;
• Dotazione idrica e tipologia di approvvigionamento (acquedotto pubblico o
approvvigionamento autonomo);
• Numero di abitanti previsti o numero di a.e;
• Ricettore finale dello scarico (acqua superficiale/suolo o sottosuolo);
• Caratteristiche e dimensionamento dell’impianto di pretrattamento;
• Caratteristiche e dimensionamento dell’impianto di trattamento;
• Indicazioni sulle modalità di smaltimento delle acque meteoriche, che vanno gestite
separatamente dai reflui civili.
Si riporta un elenco puramente indicativo della documentazione tecnica utile:
• Corografia in scala 1:10000 (o 1:25000) con individuazione dell’ubicazione dell'immobile;
sulla corografia dovranno essere riportati i sistemi idrici presenti (corsi d’acqua superficiali,
acquedotti, sorgenti e pozzi).
• la tipologia di acque reflue prodotte e le caratteristiche dell’approvvigionamento idrico
potabile.
• le distanze dei sistemi di smaltimento adottati da opere di attingimento del pubblico
acquedotto (pozzi o sorgenti), da condotte di acqua potabile e da pozzi pubblici o privati.
• Planimetria in scala 1:100 o 1:500 contenente:
a. indicazione del percorso complessivo della rete fognaria interna, distinta per acque nere,
grigie e meteoriche, con indicazione del diametro delle condotte.
b. ubicazione degli impianti di trattamento adottati.
c. ubicazione numerata e precisa dei punti di scarico e dei sistemi di dispersione adottati.
d. indicazione dei pozzetti di ispezioni / controllo e dei sifoni.
e. posizione dei pozzi idropotabili, sorgenti, vasche e condotte dell'acquedotto.
f. distanza dal punto di scarico dalle abitazioni piu' vicine.
• Relazione idrogeologica o attestazione qualificata (da allegare in caso di scarico sul suolo e
nel sottosuolo).
La relazione geologica, firmata da professionista abilitato, deve prevedere almeno
un’analisi delle caratteristiche litologiche del sito in oggetto, della zona dove avviene la
dispersione delle acque reflue, e deve individuare la soggiacenza minima della falda.
Deve essere verificata la profondità della falda freatica rispetto alla quota del fabbricato e
del sistema disperdente in progetto, nonché la soggiacenza minima a seguito di
innalzamento del livello nei periodi critici.
• In caso di scarico in acque superficiali, vanno indicati:
a. denominazione del corso d’acqua.
b. destinazione d’uso dello stesso.
c. portata minima e media annua in l/s.
d. durata dei periodi in cui il corpo idrico è in secca.
• Verifica di non assoggettabilità all’obbligo di conferimento in pubblica fognatura alla
pubblica fognatura rilasciata dal Comune territorialmente competente, indicando la distanza
dalla più vicina rete fognaria.
• Pianta e sezione in scala almeno 1:100 del sistema di trattamento adottato e dei pozzi
assorbenti o del sistema di subirrigazione o di altri sistemi di dispersione adottati.
• Relazione tecnica che descriva il tipo di impianto di trattamento e di dispersione adottati, i
criteri di dimensionamento ed i sistemi di controllo previsti.
La relazione tecnico-descrittiva deve contenere una serie di informazioni minime:
-presenza di eventuali trattamenti preliminari quali grigliatura o separazione di grassi;
Per gli impianti di trattamento:
- tipologia impiantistica, criteri costruttivi e caratteristiche strutturali.
- accessibilità dell’impianto.
- posizione dell’impianto rispetto all’area perimetrale del fabbricato (cioè se si trova al suo
interno o all’esterno).
- presenza nell’’impianto di idoneo condotto di ventilazione.
- Altezza totale, Larghezza e sezione; Volume del comparto di sedimentazione, Volume del
comparto di digestione, Volume complessivo utile, n. utenti dichiarati dalla Ditta fornitrice.
- presenza a valle dell’impianto di un idoneo pozzetto di ispezione e campionamento.
Si ricorda che gli impianti di trattamento devono essere collocati interrati ed all’esterno dei
fabbricati e distanti almeno un metro dai muri di fondazione e almeno 10 m da qualsiasi
pozzo, acquedotto, ecc. e posti a valle degli stessi.
Per gli impianti di dispersione:
Deve essere verificato il corretto dimensionamento del sistema di dispersione tenuto conto
dei carichi dichiarati o calcolabili in base alle informazioni fornite od acquisite, tenendo
conto della permeabilità del terreno.
A titolo di esempio:
Impianto di subirrigazione
Pozzo assorbente

Cosa si ottiene

il rilascio dell’autorizzazione allo scarico di acque reflue domestiche al di fuori della pubblica fognatura.

Tempi e scadenze

nei limiti disposti dalla Legge 241/1990

Costi

€ 50,00 quali diritti di segreteria oltre a n. 2 marche da bolo da € 16,00

Accedi al servizio

Portale SUE - richiesta di Autorizzazione per scarichi non recapitanti in fognatura pubblica

Accedi al servizio online (Apre il link in una nuova scheda)

Condizioni di servizio

Per conoscere i dettagli di scadenze, requisiti e altre informazioni importanti, leggi i termini e le condizioni di servizio.

LineeGuidaARPA.pdf [.pdf 2,76 Mb - 10/10/2023]

Contatti

Unità organizzativa responsabile

Argomenti

Ultimo aggiornamento pagina: 20/01/2025 09:02:09

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